Al sesto mese, Dio mandò l’Angelo Gabriele ad una Vergine di nome Maria. Entrò da lei e disse: “Non temere Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, tu concepirai nel grembo e darai alla luce un figlio. Lo chiamerai: Gesù”. (Lc. 1,26-28, 30-31)
Nell’affresco la Vergine siede in trono di prospetto, tiene sulle ginocchia il Bambino in posizione frontale, veste di rosso scuro e porta un manto blu scuro, assai annerito, che le copre anche il capo. Il grande nimbo è orlato di puntini, nel volto si aprono grandi occhi, il naso allungato è allargato alla base, la bocca piccolissima, le sopracciglia arcuate.
Il Bambino porta sulla veste scura un manto chiaro, che scende sulla spalla destra, ha un grande nimbo crocesignato. I grandi occhi occupano tutta la larghezza del volto: i capelli rossastri scendono ai lati del volto fin sotto le orecchie.
A destra, l’Arcangelo Gabriele, raffigurato in veste grigia e manto rosso, avanza a mani protese verso il gruppo della Vergine e del Figlio, il volto ovale è incorniciato da capelli rossastri che scendono dietro il collo, sulla fronte ha il tradizionale nastro, gli occhi sono grandi. Nella sinistra agita un turibolo, le ali spiccano grigie sul fondo, alzate e segnate da righe marroni ad indicare il piumaggio.
L’Arcangelo Michele, a sinistra, appare in tutto simile, porta soltanto manto grigio su veste rossa. Si distinguono i capelli raccolti in un nodo sul collo. Secondo raffronti, iconografici e stilistici, l’affresco è attribuito alla prima metà del dodicesimo secolo.